15 complottisti che senza saperlo gestisci ogni giorno

Te ne sei mai accorto? Ogni giorno interagisci con persone che, senza nemmeno rendersene conto, sposano teorie complottiste. Non parliamo dei cospirazionisti convinti che credono negli alieni o nelle società segrete, ma di quelle piccole convinzioni quotidiane che, se ci pensi bene, sono proprio dei complotti in miniatura.
Il bello è che probabilmente anche tu ne hai qualcuna. Sì, anche tu che ti senti immune da queste dinamiche. Perché il confine tra una giustificabile diffidenza e una vera e propria teoria del complotto è più sottile di quanto si creda. E in un mondo dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce, distinguere tra realtà e paranoia diventa sempre più complicato.
Ecco una guida divertente (ma scientificamente fondata) per riconoscere i "complottisti da salotto" che popolano la tua vita quotidiana. Preparati a riconoscerti in qualche categoria.
Il collega che crede che Alexa lo stia spiando
Non importa quante volte gli spieghi come funzionano i comandi vocali: lui è convinto che Amazon registri tutto quello che dice in casa. "Ieri ho parlato di aspirapolvere e oggi mi sono arrivate pubblicità di Dyson", dice con aria trionfante.
La verità? Gli algoritmi sono così bravi nel predire i nostri bisogni che sembra davvero magia nera. Il machine learning analizza migliaia di variabili: la tua età, la zona dove vivi, i siti che visiti, le app che usi. Non hanno bisogno di spiarti: sanno già cosa vuoi comprare prima che tu lo sappia.
Ma ammettilo: anche tu almeno una volta hai pensato "ma come fanno a sapere che stavo pensando proprio a quello?".
La suocera che è sicura che i supermercati manipolino i prezzi
"Loro sanno quando arriva la pensione", sussurra mentre confronta i prezzi del parmigiano. E in effetti... non ha tutti i torti. I supermercati utilizzano algoritmi di pricing dinamico che considerano eventi, stipendi, pensioni e persino il meteo.
Non è complotto, è semplicemente capitalismo data-driven. Ma il risultato pratico è che sì, i prezzi delle cose che compri di più tendono ad aumentare proprio quando hai più soldi in tasca.
L'amico convinto che Netflix nasconda i film migliori
"Sono sicuro che ci sono centinaia di film che Netflix non mi fa vedere", ripete mentre scorre infinite categorie. Ha ragione, ma non per i motivi che crede. Netflix utilizza algoritmi personalizzati che effettivamente nascondono contenuti che secondo l'IA non ti piaceranno.
Il "complotto" esiste, ma l'obiettivo non è fregare l'utente: è tenerlo incollato allo schermo il più possibile mostrandogli solo cose che probabilmente guarderà fino alla fine.
La mamma che pensa che WhatsApp legga i messaggi privati
"Come mai dopo che ho scritto a tua zia di andare dal dottore mi sono arrivate pubblicità di integratori?", chiede preoccupata. Meta (Facebook) effettivamente analizza patterns nei nostri comportamenti, ma non legge il contenuto dei messaggi.
Il trucco sta nei metadati: a che ora scrivi, a chi, quanto spesso, se apri link, se fai chiamate. Non sanno cosa dici, ma sanno benissimo quando, dove e con chi lo dici. E questo basta per profilarti con precisione chirurgica.
Il vicino di casa ossessionato dai 5G
Non tutti i "5G-scettici" sono no-vax convinti. Molti sono semplicemente persone che hanno letto troppe notizie allarmistiche sui social. Il 5G fa male? Gli studi scientifici dicono di no, ma la percezione del rischio è reale.
Il vero problema non è la tecnologia, ma la comunicazione. Quando le aziende telecom investono miliardi senza spiegare chiaramente come funziona, è normale che nascano dubbi.
Il parente che crede che i social ascoltino sempre
"Ho parlato di scarpe e Instagram mi ha mostrato pubblicità di scarpe!", esclama convinto di aver scoperto l'acqua calda. In realtà, Instagram sa che tipo di scarpe ti piacciono analizzando le foto che metti like, i profili che segui, i luoghi che visiti.
Non ti stanno spiando tramite il microfono: ti stanno spiando tramite tutto il resto. E lo fai tu stesso, volontariamente, ogni volta che interagisci con l'app.
Il compagno di palestra e le proteine "con roba strana dentro"
"Secondo me nelle proteine in polvere ci mettono sostanze che creano dipendenza", dice mentre ne beve il terzo frullato della giornata. Tecnicamente non ha torto: molti integratori contengono caffeina, aromi che stimolano l'appetito e dolcificanti che possono creare abitudine.
Non è un complotto farmaceutico globale, ma di sicuro c'è uno studio accurato per rendere i prodotti il più "irresistibili" possibile.
La collega convinta che Google ci conosca troppo bene
Google sa che sei andato in quella pizzeria, che hai cercato sintomi di mal di testa, che stai pensando di comprare una macchina nuova. Non è telepatia: sei tu che gliel'hai detto attraverso ricerche, spostamenti GPS, email Gmail e foto archiviate.
Il "complotto" di Google è semplicemente offrirti un servizio talmente comodo che non riesci più a farne a meno. E funziona.
L'automobilista che vede complotti nei parcheggi a pagamento
"Mettono meno parcheggi liberi per obbligarci a pagare", protesta mentre gira da 20 minuti. Beh... sì. È esattamente così. Non è un complotto, è urbanistica calcolata per generare entrate.
Le città sanno esattamente quanti parcheggi servirebbero per soddisfare la domanda. Ne mettono il 30% in meno. Business plan allo stato puro.
Il pensionato e il complotto delle promozioni
"Fanno le offerte solo quando non ho soldi", si lamenta guardando volantini. In realtà i supermercati orchestrano le promozioni seguendo cicli precisi: fine mese quando finiscono gli stipendi, metà mese quando arrivano le pensioni, periodi di festa quando le persone spendono di più.
Non è persecuzione personale, è marketing scientifico.
L'adolescente che crede che TikTok controlli la mente
"TikTok mi legge nel pensiero, mi propone sempre video che mi piacciono", dice il cuginetto quindicenne. Ha centrato il punto: TikTok utilizza il più sofisticato algoritmo di raccomandazione mai creato.
Analizza non solo cosa guardi, ma per quanto tempo, quando metti pausa, se reguardi un video, se lo condividi. Dopo 100 video sa i tuoi gusti meglio di te.
La nonna e il complotto dei medicinali
"Prima le malattie non c'erano, sono le case farmaceutiche che le inventano", ripete ogni volta che sente parlare di nuove patologie. Dietro questa convinzione c'è un fondo di verità: il disease mongering esiste.
Non inventano malattie, ma di sicuro amplificano la percezione di problemi minori per vendere più farmaci. Il confine tra prevenzione e marketing è sottilissimo.
Il millennials e il complotto degli affitti
"I proprietari si mettono d'accordo per tenere alti i prezzi", sostiene mentre cerca casa da mesi. Non è paranoia: in molte città esistono cartelli immobiliari informali. Gruppi WhatsApp di proprietari che si scambiano informazioni sui prezzi di mercato.
Non è illegale, ma il risultato è lo stesso di un complotto: prezzi uniformemente alti.
Il foodblogger e la cospirazione degli chef televisivi
"I programmi di cucina in TV sono tutti pagati dalle aziende per farci comprare ingredienti costosi", dice mentre critica MasterChef. E in parte ha ragione: il product placement nei cooking show è ovunque.
Quella pentola particolare, quell'olio specifico, quel robot da cucina "indispensabile": tutto è accuratamente posizionato per stimolare acquisti.
L'impiegato e il complotto dei furgoni Amazon
"Amazon sa quando non sono in casa e manda i pacchi apposta in quegli orari", protesta davanti all'ennesimo furgone che passa quando è in ufficio.
La realtà? Amazon ottimizza le consegne per costi e efficienza, non per farti dispetto. Ma il risultato è che effettivamente spesso i pacchi arrivano negli orari più scomodi.
Il genitore e il misterioso algoritmo di YouTube Kids
"YouTube propone sempre video che fanno venire voglia di comprare giocattoli", osserva guardando il figlio incantato dallo schermo. Bingo. YouTube Kids utilizza algoritmi specificamente progettati per stimolare il desiderio di acquisto nei bambini.
Non è complottismo: è marketing psicologico applicato all'infanzia. Legale, ma eticamente discutibile.
Il twist finale: forse non sono complotti
Ecco la verità scomoda: quasi tutti questi "complotti" sono reali. Non nel senso che esistono società segrete che tramano nell'ombra, ma nel senso che esistono aziende che utilizzano dati, algoritmi e psicologia comportamentale per influenzare le nostre scelte.
La differenza tra paranoia e consapevolezza sta nella proporzione: riconoscere che veniamo influenzati è intelligenza. Credere che tutto sia orchestrato per danneggiarci personalmente è complottismo.
Il confine è sottile, ma esiste. E la prossima volta che qualcuno ti dice "non è paranoia se stanno davvero tramando qualcosa", puoi rispondere: "Sì, ma probabilmente stanno tramando per vendere, non per controllarti la mente".
Il mondo è già abbastanza complicato così com'è. Non c'è bisogno di aggiungere cospirazioni immaginarie quando quelle reali sono già più che sufficienti.
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